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Ci sono solo quattro domande che contano nella vita: cosa è sacro, di cosa è fatto lo spirito, per cosa vale la pena vivere e per cosa vale la pena morire. La risposta ad ognuna è sempre la stessa: l'amore.....

venerdì, ottobre 20, 2006



LA PIOGGIA NEL PINETO

Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane;
ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane.
Ascolta.
Piove dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici salmastre ed arse,
piove su i pini scagliosi ed irti,
piove su i mirti divini,su le ginestre fulgenti di fiori accolti,
su i ginepri folti di coccole aulenti,
piove sui nostri volti silvani,
piove su le nostre mani ignude,
su i nostri vestimenti leggieri,
sui freschi pensieri che l'anima schiude novella,
su la favola bella che ieri t'illuse, che oggi m'illude, o Ermione.
Odi?
La pioggia cade su la solitaria verdura con un crepitío che dura e varia nell'aria
secondo le fronde più rade, men rade.
Ascolta.
Risponde al pianto il canto delle cicale che il pianto australe non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro ancóra,
stromenti diversi sotto innumerevoli dita.
E immersi noi siam nello spirto silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro è molle di pioggia come una foglia,
e le tue chiome auliscono come le chiare ginestre,
o creatura terrestre che hai nome Ermione.
Ascolta, ascolta.
L'accordo delle aeree cicale a poco a poco più sordo si fa
sotto il pianto che cresce;
ma un canto vi si mesce più roco che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco s'allenta, si spegne.
Sola una nota ancor trema, si spegne, risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda crosciare l'argentea pioggia che monda,
il croscio che varia secondo la fronda più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria è muta; ma la figlia del limo lontana, la rana, canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia, Ermione.
Piove su le tue ciglia nere sì che par tu pianga ma di piacere;
non bianca ma quasi fatta virente, par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca aulente, il cuor nel petto è come pesca intatta,
tra le pàlpebre gli occhi son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta, or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rudeci allaccia i mallèolic'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti silvani, piove su le nostre mani ignude,
su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella,
su la favola bella che ieri m'illuse, che oggi t'illude, o Ermione.

1 Comments:

At 7:23 PM, Blogger gabry said...

ciao mondo, il tuo primo inverno a Milano? Mi dispiace che tu abbia dovuto venire qui dal mare e dal sole( anch'io da piccola per 8 anni ho vissuto a bari, per lavoro di mio padre):so cosa perdi! Se vivi in centro città non è troppo drammatico, in fondo ci sono inverni nei quali non vedi mai la nebbia e , a volte anche belle giornate di sole limpide! Se vivi fuori milano AUGURI...fa un freddo cane!!!!Comunque preparati l'anno scorso è nevicato tantissimo....Io abito in centro città e, tutto sommato per l'inverno resisto!!!! ma che schifo: il mare più vicno è a 200 chilometri...uffa!!!!baciotti gabry

 

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